mercoledì 28 agosto 2013

La morte rende tutti più buoni


Il cimitero musulmano di Hammamet è davvero enorme. Si estende poco fuori la medina digradando sino al lungomare. La disposizione ordinata delle centinaia di tombe non può passare inosservata: i morti musulmani sono sepolti tutti con la testa rivolta a La Mecca.
Accanto a esso, un altro piccolo cimitero: si tratta di quello cristiano. Quello famoso per ospitare le spoglie di Bettino Craxi. Esilio, fuga o commiato?

Cimitero islamico a Hammamet 


Vivo o morto, Craxi è stato soprattutto un disonesto ladrone. Se non fosse stato per lui Berlusconi non avrebbe avuto la strada in discesa. Tuttavia era meno sfacciato, più raffinato dei politici post-Mani pulite. Dobbiamo a Craxi una revisione - che è sovvertimento - del socialismo italiano: da operaista, repubblicano, "fratello povero" dei comunisti, il socialista-tipo craxiano muterà nell'"imprenditore rampante", capace di scalare posizioni sociali, di guadagnare denaro con scaltrezza e furbizia. E Craxi, a differenza di chi poi lo ha soppiantato in politica, aveva idee e capacità per legittimare retoricamente la trasformazione del partito: il nuovo socialismo è consolidato dal suo articolo "Il Vangelo socialista" pubblicato su L'Espresso nel 1978, con la rivalorizzazione di Proudhon e l'abiura di Marx e Lenin. Aveva il coraggio di prove di forza come ha mostrato nella vicenda Sigonella, con cui sfidò i poteri americani.



Bettino Craxi

Tra un centinaio o poco più di tombe, quella di Bettino spicca per maestosità. Il custode tunisino ci vede entrare. Inizio a fare foto alle tombe italiane. Mi interessano i nomi delle famiglie emigrate. Mi incuriosisce la tomba di un Uzan, nota famiglia ebraica nordafricana, oggi presente anche in Italia, evidentemente convertito al cattolicesimo. Mi fanno riflettere quegli italiani morti a Hammamet e lì rimasti per sempre. Chissà se qualcuno ancora si ricorderà di loro, se riceveranno una visita. 



Tomba di un'emigrante

Il custode, che parla italiano, ci indica subito la tomba di Craxi, ma aggiunge “Sono contento che guardiate pure le altre tombe. I morti sono tutti uguali”. Totò sarebbe d’accordo, ma dopotutto non è così. La tomba di Craxi è diversa dalle altre. Si distingue per quella frase con cui ha voluto immortalarsi per sempre, che sembra quasi uno sfottò: La mia libertà equivale alla mia vita; per il marmo lucente, per la bandiera italiana che sventola in alto, per il leggio che accoglie un registro sul quale i visitatori lasciano commenti.
Memore di Bettino che subisce il lancio di monetine, avevo portato con me due monete da 20 millesimi di dinaro (poco meno di un centesimo di euro) per omaggiare il ladrone. Le appoggio sulla tomba e scattiamo qualche foto. Vorrei scrivere un messaggio pure io, ce l’ho pronto: “Caro Bettino, se sei all’Inferno, dove meriti, porta con te il tuo amico Silvio”. Ma dei baresi vengono a disturbare: foto sorridenti accanto alla tomba - uno di loro urla: "Quanta strada mi hai fatto fare per vederti, Bettino!" -, frasi apposte sul registro.





Se ne vanno ma piomba il custode. Prende il registro. Mentre si avvia per riporlo nella guardiola gli dico che vorrei scrivere una frase pure io, ma lui bofonchia che è tardi, che ci potevo pensare prima, che deve andarsene perché è finita la sua giornata lavorativa. Torna sulla tomba, toglie anche la bandiera italiana, la piega e la porta nella guardiola. Mentre con una rosa rossa, deposta sulla tomba, spolvera il marmo, vede le monete sulla tomba.Con sincero disprezzo per il gesto inveisce ad alta voce, in italiano, per farci sentire: "Stronzi italiani! Pezzi di merda! Povero Bettino, che t'hanno fatto?" E, abbozzando di rincorrerci: "Chiamo la polizia!"



A passo svelto ci allontaniamo dal piccolo cimitero, lanciando fugaci sguardi su altre tombe, anonime, incrostate dal tempo. Mi chiedo se il tunisino sappia qualcosa di quel morto spregiudicato. O se invece i soldi di Bobo e Stefania per quel lavoro servizievole, noioso e monotono non lo abbiano convinto che si trattasse si un sant'uomo. 


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