mercoledì 21 agosto 2013

Angeli e Demoni

Un giorno di quattro anni fa un ragazzo all'università, ricordo che si chiamava Lorenzo, pose la questione seguente: "è possibile essere antropologi e razzisti?" La domanda non era fuori luogo, perché l'antropologo, studioso dell'alterità, amante delle differenze, sostenitore dei diritti di uguaglianza, è spesso partigiano delle minoranze. Eppure tanti esempi del passato rivelano antropologi razzisti, colonialisti, asserviti ai regimi di destra. Tra cui italiani osannati come esempio di rigore scientifico, come Lidio Cipriani
Il professore rispose: "Si può essere viaggiatori e razzisti? Scegliere di trascorrere la vita in giro per il mondo, in paesi africani, poveri, diversi, lontani dall'Occidente, sapersi adattare a ambienti difficili e lontani... e essere razzisti?" 


Classico portone di Sidi Bou Said


Angelo ha 65 anni. E' nato a Grottaminarda, un paese dell'avellinese che ha lasciato a 16 anni per la Svizzera. Ha iniziato così a impiegarsi nella ristorazione. Quel ragazzo che faceva il cameriere ha poi gestito vari ristoranti per il mondo: Germania, Polonia, Bulgaria, Venezuela. Oggi è uno chef in Tunisia. Vive qui da 10 anni, con moglie tunisina e figlio. Insomma, si direbbe la bella storia di un viaggiatore innamorato dell'avventura, dell'esotico, capace di vivere in luoghi disparati.


Spiaggia di Hammamet

E' domenica e Angelo è solo sulla spiaggia del Kram. 
"Mia moglie e mio figlio sono a Hammamet con i parenti di lei. Io con loro non mi trovo, non mi piacciono". 
Ah, ecco. Ottimo insegnamento per il bambino. Non sarebbe il caso di dare un esempio migliore? 
"Glielo do il buon esempio. Mio figlio è stato bocciato l'altro anno. L'hanno fatto apposta, perché è italiano! Mi hanno costretto a metterlo alla scuola privata, qua a La Marsa. Sai quanto costa? 500 euro al mese! Per fortuna io guadagno tanto". 
Bene, questo sì che è un buon esempio.

Insomma, Angelo, come sono i tunisini?
 "I tunisini sono tutti invidiosi e cattivi. Sono ipocriti, ti pugnalano alle spalle. Non se ne salva uno. Io li odio! C’è da litigare con tutti. Pure con mia moglie non vado più d’accordo. Ho paura che voglia educare mio figlio da arabo. I tunisini che arrivano in Sicilia li sgozzerei sul molo, come maiali".

Un vicolo a Sidi Bou Said
 Angelo ha 50 anni e genitori siciliani. Vive a Sidi Bou Said e possedeva un ristorante. Di quel locale non restano che macerie, distrutto dalla rivoluzione dei gelsomini del 2010-2011. 
Angelo sa spiazzarci: "Non me la prendo, posso capire i tunisini che hanno distrutto il  mio ristorante. Gli italiani che vengono qua a fare gli imprenditori vogliono solo sfruttare la situazione, con mezzi poco leciti e poco chiari. Disprezzano i tunisini, Criticano il paese, fanno continui paragoni con l'Italia. A loro dico sempre la stessa cosa: se non amate la Tunisia, se non vi piace la vita qui, tornate da dove siete venuti". 

Vallo a spiegare ai tunisini che Angelo è nato lì, a Tunisi. Che è uno di loro. E che quando è stato in Italia per uno stage la sua particolarità era diventata scherno: "Mi chiamavano l'arabo". 

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