martedì 23 luglio 2013

Ritorni


I ritorni hanno sempre qualcosa di affascinante, ma anche di tremendamente triste. Si rischia di vivere di ricordi, di paragonare le emozioni con quelle della "prima volta", quelle di una scoperta totale. Nulla di più sbagliato.

la stazione del trenino TGM al Kram

Al diavolo la malinconia: domani si parte. Si "ritorna". Più di un mese al Kram, alle porte di Tunisi, sulla spiaggia semivuota, di tanto in tanto sferzata dalle corse di un bambino seminudo e dai lenti passi di una mamma troppo coperta. Si ritorna a parlare con gli italiani di Tunisi, a mescolarci con l'atmosfera indescrivibile che questi connazionali dell'altra sponda del Mediterraneo sanno trasmettere. Con le loro parole che dall'italiano si tramutano in francesi passando per l'arabo. Soprattutto con quella cadenza quasi musicale delle loro frasi, qualsiasi sia la lingua in cui si esprimono. Con la loro gestualità, che abbiamo ritrovato due sere fa alla moschea di Centocelle tra i perseguitati da Ben Alì.

Occorre "saper ritornare". Essere in grado di adattarsi a nuovi ambienti pone limiti di capacità, ma riadattarsi a luoghi già conosciuti a volte può essere più difficile. La consapevolezza che nulla è come era, che tutto muta e si trasforma saprà aiutarci.



13 commenti:

  1. già...ma non dimenticare che ci si emoziona anche col guardare ciò che si conosce già da altre prospettive e che si può sempre scendere più a fondo nei legami con gli altri e con i luoghi intorno....
    vi auguro un arricchente "rientro"....
    sarò molto contenta di seguirvi da qui...
    un abbraccio
    Lin

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    1. Hai ragione. Ma come dicono gli antropologi, più si conosce qualcosa, più si trovano interconnessioni tra i vari aspetti di essa e si fatica a guardare le strada principale che si intende seguire, offuscati e confusi da una rete di relazioni. Tuttavia, ci proverò!

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  2. Niente nostalgia solo la consapevolezza di tornare pieni di...speranza.nell'estate della crisi di citta'piene ed infuocate ci sono quelle giovani famiglie che nonostante tutto si amano e crescono superando le paure grazie alla speranza....se avremo una bima ci piacerebbe darle un nome con questo significato....quale nome in tunisino significa speranza?...buon viaggio e a presto...

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    1. Mi sembra che Amal significhi speranza. Però non dimenticare che in realtà la crisi non esisteva. Infatti sino a un paio di anni fa tutti i ristoranti erano pieni. Poi sarebbero arrivati due loschi individui: uno ha fatto precipitare i poveri, incolpevoli italiani nella miseria, mi pare si chiami Monti. Un altro ha fatto di peggio: nientemeno che proclamaare l'antipolitica. Per fortuna alla fine il bene trionfa sul male e la VERA politica è riuscita a formare un governo legittimo e democratico.

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  3. Da come parli si sente che, in realtà, il ritorno lo saprai affrontare con lo spirito giusto. A risentirci dunque... :)

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    1. I ritorni mi mettono una certa malinconia. Se dessi ascolto alle sensazioni più immediate mi sentirei in difficoltà, però immergersi nei mondi altri significa acquisire consapevolezza via via crescente. Quando quel mondo lo si è già in parte conosciuto, si rischia l'ambivalenza del pregiudizio

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  4. Sono sicuro che avrete le capacità per vedere il tutto da altre angolazioni, aggiungendo molto al tutto. Bella l'idea del blog! Mi piace.. eh sul tempo per aggiornarlo, su quello avrei forse qualche perplessità ;)

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  5. la nonchalance dei pedoni nell'attraversare sempre e ovunque, la gente che parla a voce più che alta, il richiamo del muezzin... ecco di nuovo la Tunisia...

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    1. Già. Allora ci aggiungo: ritmi lenti e sonnolenti, tempi dilatati, facce variegate. Vittima di un pregiudizio eurocentrico, mi stupisco ancora quando vedo persone tunisine con gli occhi celesti. Si ha proprio l'idea di un crogiolo di popoli: berberi, arabi, europei, ebrei, bantu, nilotici.

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    2. A tal proposito: performance dei CSI, Occidente

      http://www.youtube.com/watch?v=ZUDqhZ9hog8

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  6. Allora, caro Carmelo,
    a qualche giorno dal ritorno in Tunisia, quali considerazioni?

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  7. Varie considerazioni, che puoi leggere negli altri post. Il terzo e il quinto hanno una dimensione più politico-sociale.

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