giovedì 25 luglio 2013

Kram


Di nuovo al Kram. Quello che mi piace di questo piccolo sobborgo sulla costa è che non ha niente di turistico. È molto popoloso, pieno di persone che affollano le strade, ragazzi e bambini che nei pomeriggi di Ramadan si dirigono verso la spiaggia. Le strade polverose sono prese d’assalto dalle vecchie auto, che suonano con impazienza a ogni rallentamento, mentre i pedoni attraversano dappertutto, senza fare caso a esse.

una parte del Kram vista dalla spiaggia

Era un quartiere italiano il Kram: questo ci raccontano i vecchi italiani di Tunisia. E di fatti passeggiando per le sue stradine si scorgono alcune villette, per lo più bianche con porte e infissi azzurri, che ancora recano nomi italiani, come La Rondinella. Ma l’urbanistica rivela altri segni dell’antica presenza italiana, soprattutto siciliana: quella delle case basse, bianche, con inferriate stile liberty, che ormai si alternano a palazzetti di due, tre piani, bianchi anch’essi o di un colore beige chiaro, ad alcune costruzioni più o meno diroccate eppure abitate, a vecchie ville maestose ma abbandonate, a palazzoni popolari dalle facciate anonime, a nuove costruzioni iniziate da parenti e amici di Ben Alì, che solo la rivoluzione ha evitato che deturpassero tutto il paesaggio.

il cancello della villa La Rondinella

Il Monoprix rappresenta una certa modernità: un supermercato che è aperto dalle 8.30 alle 21 con orario continuato. Il vecchio mercato, umido e grigiastro, dove i gattini strisciano tra le gambe degli acquirenti e i venditori inventano prezzi arbitrari con bilance di dubbia precisione, barcamenandosi tra insalata, peperoni, pomodori, ci riporta subito a una dimensione più tipicamente immaginata. Ma dura poco: oltre le bancarelle di sigarette, le panetterie e le patisseries dai profumi inebrianti, i fruttivendoli agli angoli delle vie, le moschee dai minareti alti, a sezione quadrata, si contano almeno quattro banche sulla strada principale, tra cui la famosa Zitouna, che apparteneva a un cognato di Ben Alì e che è poi stata nazionalizzata.

spiaggia al Kram


Sulla spiaggia colpisce la semplicità della gente, oltre a una certa variabilità. 
Semplicità, perché la maggior parte delle persone scende in spiaggia senza null’altro che un asciugamano. I genitori lasciano i tanti bambini in libertà, evitando eccessivi controlli. I fanciulli si divertono con poco: acqua e sabbia. Niente secchielli, palette, figurarsi videogiochi, tablet o telefoni. Il massimo del lusso se lo concede qualche ragazzo che osa con un pallone o racchettoni. Variabilità: uomini panciuti in bermudoni e ragazzi tatuati con taglio di capelli all’ultima moda; ragazze in costume e donne che fanno il bagno completamente vestite; veli più graziosi – i tipici safseri – e nijab neri, sino ai discussi burqa. 

un palazzo in costruzione al Kram, in parte abitato

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