Di nuovo al Kram. Quello che mi piace di questo
piccolo sobborgo sulla costa è che non ha niente di turistico. È molto
popoloso, pieno di persone che affollano le strade, ragazzi e bambini che nei
pomeriggi di Ramadan si dirigono verso la spiaggia. Le strade polverose sono prese
d’assalto dalle vecchie auto, che suonano con impazienza a ogni rallentamento,
mentre i pedoni attraversano dappertutto, senza fare caso a esse.
una parte del Kram vista dalla spiaggia |
Era un quartiere italiano il Kram: questo ci
raccontano i vecchi italiani di Tunisia. E di fatti passeggiando per le sue
stradine si scorgono alcune villette, per lo più bianche con porte e infissi
azzurri, che ancora recano nomi italiani, come La Rondinella. Ma l’urbanistica rivela altri segni dell’antica
presenza italiana, soprattutto siciliana: quella delle case basse, bianche, con
inferriate stile liberty, che ormai
si alternano a palazzetti di due, tre piani, bianchi anch’essi o di un colore
beige chiaro, ad alcune costruzioni più o meno diroccate eppure abitate, a
vecchie ville maestose ma abbandonate, a palazzoni popolari dalle facciate anonime,
a nuove costruzioni iniziate da parenti e amici di Ben Alì, che solo la rivoluzione
ha evitato che deturpassero tutto il paesaggio.
il cancello della villa La Rondinella |
Il Monoprix
rappresenta una certa modernità: un supermercato che è aperto dalle 8.30 alle
21 con orario continuato. Il vecchio mercato, umido e grigiastro, dove i gattini
strisciano tra le gambe degli acquirenti e i venditori inventano prezzi arbitrari
con bilance di dubbia precisione, barcamenandosi tra insalata, peperoni, pomodori, ci riporta
subito a una dimensione più tipicamente immaginata. Ma dura poco: oltre le bancarelle
di sigarette, le panetterie e le patisseries
dai profumi inebrianti, i fruttivendoli agli angoli delle vie, le moschee dai minareti alti, a sezione quadrata, si contano
almeno quattro banche sulla strada principale, tra cui la famosa Zitouna, che apparteneva a un cognato di
Ben Alì e che è poi stata nazionalizzata.
spiaggia al Kram |
Sulla spiaggia colpisce la semplicità della gente,
oltre a una certa variabilità.
Semplicità, perché la maggior parte delle persone
scende in spiaggia senza null’altro che un asciugamano. I genitori lasciano i
tanti bambini in libertà, evitando eccessivi controlli. I fanciulli si divertono
con poco: acqua e sabbia. Niente secchielli, palette, figurarsi videogiochi,
tablet o telefoni. Il massimo del lusso se lo concede qualche ragazzo che osa
con un pallone o racchettoni. Variabilità: uomini panciuti in bermudoni e
ragazzi tatuati con taglio di capelli all’ultima moda; ragazze in costume e donne che
fanno il bagno completamente vestite; veli più graziosi – i tipici safseri – e nijab
neri, sino ai discussi burqa.
un palazzo in costruzione al Kram, in parte abitato |
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