venerdì 26 luglio 2013

Hanno ammazzato Mohamed Brahmi



Mohamed Brahmi, 57 anni, uomo politico dell’opposizione laica, deputato dell'Assemblea costituente, leader del Movimento del Popolo e da poco coordinatore generale del nuovo partito Corrente Popolare: non saprei nulla di tutto ciò se ieri mattina, proprio nel giorno di anniversario della repubblica tunisina, non fosse stato assassinato brutalmente, davanti all’abitazione in cui viveva con moglie e figli, ad Ariana. Il ricordo non può non andare al leader laico Belaid, ucciso in modo analogo a febbraio. Domani ci saranno i funerali: Brahmi sarà sepolto proprio accanto a Belaid.


Mohamed Brahmi

Non appena la notizia si diffonde, iniziano le proteste in varie parti della Tunisia. Soprattutto lungo l’avenue Bourguiba a Tunisi, nello specifico nei pressi della sede del Ministero dell’Interno. Oggi è stato proclamato lo sciopero generale. Sono previste altre manifestazioni. L’ambasciata d’Italia con un comunicato avverte gli italiani di fare attenzione, soprattutto per chi si reca a Tunisi. 

Una brutta storia. I tunisini fautori nella democrazia si sentono abbacchiati, frustrati. Per non dire sconfitti. Ho sentito Ahmed, non ci vedevamo da aprile. Appena risponde al telefono: «Sono triste, hai visto cosa è successo?» Qualche italiano di Tunisia, memore di dittature più o meno antiche, parla di «nuovo fascismo degli islamisti». La situazione è confusa, molti credono che dietro l'assassinio ci sia Ennahda, che però ha subito inviato una comunicazione per condannare l'omicidio. E pensare che meno di una settimana fa abbiamo intervistato i responsabili della moschea Al Huda di Roma, tunisini di Ennahda, sfuggiti alle persecuzioni di Ben Alì. 


L’atmosfera sociopolitica post-attentato mi pervade in una sensazione di partecipazione, con un po’ di rassegnazione e molto rispetto. Mi sento vicino a tutti coloro che provano sdegno per questo vergognoso omicidio. Passeggiamo per il Kram, dove negozi chiusi si alternano ad altri aperti. Mi viene in mente che spesso perdiamo il senso della parola democrazia: governo del popolo, sì, ma forse soprattutto libertà di espressione senza correre il rischio di morire per esprimere idee contrarie a chi comanda.

Manifestazione a Tunisi

E un po' di pensieri mi assalgono. Innanzitutto un racconto di Wafé dell'anno scorso. Ci aveva detto che con Ben Alì le arrivavano mail di minacce quando, in messaggi privati su Facebook o anche solo per posta elettronica, accennava a cattivi pensieri sul dittatore. 
Quindi mi tornano alla mente le opinioni di alcuni italiani di Tunisi: «Con Ben Alì stavamo bene, c'era sicurezza. E poi i tunisini hanno bisogno di una guida, non sono capaci di gestirsi se non vengono comandati.» Non posso poi evitare di immaginare alcune delle persone che abbiamo incontrato sull’aereo un paio di giorni fa: nei loro villaggi a Hammamet, impegnati in attività esotiche come mangiare la pasta, bere birra, fare parole crociate, immergersi in piscina, ballare in discoteca, quanto sarà viva  la notizia dell'omicidio? 

Ultima considerazione: la stampa e l'opinione pubblica italiane. Sui siti web dei quotidiani nazionali, tra polemiche di una politica sempre più grottesca, omicidi in cui muore qualcuno di cui tutti parlano di un "bravo ragazzo", senzaparticolari problemi e l'immancabile allarme per il caldo record (con tanto di decalogo per sopravvivere all'afa) fa capolino, la grave notizia. Che però viene presentata o peggiorando ulteriormente la realtà, oppure infarcendo con tante imprecisioni, alcune frutto di malafede. Tornano così di moda i famosi, pericolosissimi salafiti. Non si capisce bene se sarebbero il braccio armato di Ennahda, una cellula di al Qaeda, dei mercenari al soldo del Qatar. Pazienza se in Tunisia non abbiano affatto seguito. Giornalisti che non si saranno mai recati in Nord Africa in vita loro (o forse mi sbaglio, magari avranno visto Sharm el Sheikh e le piramidi) si lanciano in parallelismi ridicoli tra Egitto e Tunisia. 
Per quanto concerne il sondare l'opinione pubblica, con un certo masochismo mi costringo a leggere i commenti che i lettori lasciano in calce all'articolo su Repubblica inerente l'omicidio di Brahmi. Ebbene, ecco una summa esemplificativa (gli eventuali strafalcioni fanno parte integrante del discorso):

rramella 6 ore fa
Per chi dice che l’islam è una religione di pace: meditate, quanti crimini sono commessi in nome dell’islam? Contro i popoli, contro le donne, contro gli atei ed i religiosi di ogni fede (cristiani, ebrei, induisti, buddisti etc); islam pace e democrazia sono parole che difficilmente stanno insieme

abusoni 6 ore fa
Con Ben Alì era un paese laico e filo occidentale. Poi la demenza americana ha favorito il colpo di statp integralista e questi sono i risultati. Gli USA sono una grande disgrazia

gabricose 6 ore fa
Ci risiamo l’islamismo piaga mondiale, viola costantemente i diritti umani, i governi islamici sono una vera minaccia per la pace nel mondo.
La primavera araba è diventata la negazione e l’inverno arabo, dove tutto è stato calpestato da chi, che per governare hanno approfittato dell’islam e la demagogia


er chi dice che l'islam è una religione di pace: meditate, quanti crimini sono commessi in nome dell'islam? contro i popoli, contro le donne donne, contro gli atei ed i religiosi di ogni fede (cristiani, ebrei, induisti, buddisti etc); islam pace e democrazia sono parole che difficilmente stanno insiemerramella

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